Perché si dice proprio “fare il bucato”? La risposta è davvero sorprendente

Da che cosa deriva l’espressione “fare il bucato” e qual è il suo significato. Preparatevi a compiere una vera e propria scoperta.

Una donna che ha appena estratto il bucato
Una donna che ha appena estratto il bucato (Foto Canva – Inran.it)

“Fare il bucato” è la locuzione che viene utilizzata da sempre per descrivere quel procedimento che riguarda il lavare i panni. Ci si chiede però per quale motivo si dice proprio in questo modo, dal momento che in molti associano questa cosa ad un foro.

Il fare il bucato però ha una spiegazione logica e del tutto sensata, e questa cosa sarà evidente dopo avere esaminato il significato di quest’ultima parola nelle sue origini. La enciclopedia Treccani giunge sempre in aiuto, in casi come quello in essere. Quando avete dei dubbi sul significato di un termine allora la cosa migliore da fare è imbracciare un tomo enciclopedico per scandagliare a fondo il contenuto che un determinato vocabolo incarna.

E per quanto riguarda il “fare il bucato”, scopriamo che bisogna uscire al di fuori dell’Italia per capire cosa c’è alla base e quali siano le origini del perché si dice così. In particolare dobbiamo approdare in quelle che sono le a volte intricate lande della lingua tedesca.

Fare il bucato, il significato della Treccani: che sorpresa

Una donna ed una bambina mentre estraggono i panni dalla lavatrice
Una donna ed una bambina mentre estraggono i panni dalla lavatrice (Foto Canva – Inran.it)

La Treccani ci svela che il vocabolo “bucato” è una forma italianizzata che deriva dal teutonico “bukon”, adottato prima dal latino come “bucata” e poi dall’italiano volgare per l’appunto come “bucato”.

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Ci sono anche dei documenti scritti che risalgono a quasi mille anni fa ed all’interno dei quali si parla del lavare i panni indicando la cosa proprio con il termine “bucato”.

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“Bukon”, e quindi anche le sue forme sorte dalle nostre parti, indica il “lavare i panni con la lisciva”. La lisciva è uno strumento fatto in legno e che era costituito da un grosso recipiente da riempire con i panni, con un piano posto in obliquo sul quale agire sugli stessi. Tutto quanto veniva poi ricoperto con il ceneraccio, un telo forato sul quale andava versata la cenere.

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Attraverso questo telo bucato la cenere penetrava dopo essere filtrata, finendo in ammollo con tutta la roba da lavare. Al termine, dopo alcune ore, si procedeva con un risciacquo finale ad una fonte di acqua. Da qui è nata l’espressione sul bucato che tutti quanti noi abbiamo fatto nostra.

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Ma c’è chi pensa erroneamente che la cosa sia sorta in tempi più recenti con l’adozione della lavatrice, che presenta per l’appunto un “buco” in cui riporre nel suo cestello i tessuti da lavare.

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