La mente può condizionare il nostro DNA? La risposta ci ha stupito

Il quesito esiste già da un paio di secoli: la mente può condizionare il nostro DNA? In nostro aiuto arriva una serie di ipotesi davvero sorprendenti.

Una raffigurazione della mente umana
Una raffigurazione della mente umana (Canva – inran.it)

La mente può condizionare il nostro DNA? Ci sono diversi studi in proposito che cercano di scovare i motivi per i quali pensare ad uno o più punti di contatto diretti possa essere plausibile. Così come anche l’ambiente e le modalità con le quali un bambino viene cresciuto possono avere la loro influenza.

Lo sviluppo, e questo è acclarato, è legato al patrimonio biologico e genetico. Però anche dopo la nascita l’ambiente svolgerebbe un ruolo importante. I geni sono alla base di alcune prerogative quali ad esempio quelle che fanno riferimento all’aspetto. Il colore della pelle, quello degli occhi, dei capelli, fino anche al risultare predisposti a certe condizioni o patologie. Tutte queste cose sono legate ai geni.

Per quanto riguarda personalità e facoltà di intelletto però, è qui che si pensa al seguente quesito: la mente può condizionare il nostro DNA? In questo caso è idea molto diffusa rispondere con un si. E la cosa si estende anche alla sfera emozionale, alla creatività, all’estro e così via. Qui influiscono i fattori ambientali, il dove ed il come si cresce.

La mente può condizionare il nostro DNA? Si, secondo la Teoria di Lamarck

Una tipica ricostruzione di come appare il DNA umano
Una tipica ricostruzione di come appare il DNA umano (Canva – inran.it)

Ed in base a ciò, in ambito epigenetico si ritiene che le esperienze che avvengono già nei primi mesi di vita (a proposito, chi è appena diventato genitore non dovrebbe mai commettere questo grave errore a letto) possono finire con il modificare il lavoro compiuto dal DNA. E quindi anche alcune manifestazioni ed atteggiamenti comportamentali che vengono collegati a dei geni ben specifici.

Pioniere della epigenetica – ovvero della scienza che esamina le mutazioni fenotipiche di tipo ereditario che un organismo od una cellula possono ricevere – fu il naturalista francese Jean-Baptiste de Lamarck. Il quale aveva anche molti altri interessi in svariate discipline e materie scientifiche.

Gli studi che Lamarck aveva portato avanti lo portarono a sostenere, più di 220 anni fa, che l’ambiente sia in grado di influenzare il maniera di ereditarietà il fenotipo.

Da Darwin a Lamarck, tutto torna

Mentre Charles Darwin nella sua famosa teoria parlava di selezione naturale per ogni specie esistente, ecco che con Lamarck si va incontro a quelle che sarebbero le prove di cambiamenti che, allo stesso modo, avverrebbero anche nell’RNA.

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Ovvero nella molecola complessa che ha il compito di codifica e di decodifica, di regolazione e di espressione dei geni umani. E questi cambiamenti non sarebbero casuali bensì porterebbero la firma della influenza esercitata da uno specifico ambiente all’interno del quale si cresce.

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