Cambiare operatore telefonico, attenzione alla trappola della doppia fattura

Quello di cambiare operatore telefonico è un nostro diritto, in caso di offerta migliore. Eppure potremmo trovarci con due bollette da pagare.

Una donna al telefono
Una donna al telefono (Pixabay)

Cambiare operatore telefonico, quali sono le insidie? Ad alcuni che hanno proceduto in tal senso è capitato di avere trovato una doppia fattura nella propria cassetta della posta. Perché questa cosa avviene? Il passaggio da un fornitore all’altro è del tutto legittimo ed è nei diritti dell’utente procedere in tal senso.

Infatti cambiare operatore telefonico è una scelta che viene messa in pratica perché evidentemente si trova una offerta migliore e più conveniente con un altro soggetto. Quindi, piuttosto che pagare di più con quello attuale, ci si attiva per compiere un passaggio nel nome del sacrosanto diritto a volere risparmiare.

Ma cambiare operatore telefonico può rivelarsi una vera palude, entro la quale finire impantanati. C’è più di una sabbia mobile da dovere schivare. In aiuto dei clienti ci sono organismi ufficiali quali l’Antitrust e le varie associazioni di categoria, come il Codacons.

Cambiare operatore telefonico, mettiamo mano al modulo di reclamo

Un uomo parla al telefono
Un uomo parla al telefono (Pixabay)

I quali sono determinati a fare prevalere gli utenti rimasti coinvolti in contenzioni antipatici, legati a quelle che sono delle pratiche palesemente scorrette, il più delle volte. Ci sono degli obblighi a volte ai quali il cittadino è tenuto a sottostare. Se intente cambiare gestore, dovrà dare un preavviso con alcune settimane di tempo, solitamente un mese. Spetta poi all’operatore stesso che ha ricevuto tale comunicazione curare tutta la parte burocratica.

La prassi vuole che poi l’utente conservi il proprio numero pur affidandosi ad un nuovo soggetto. Al momento di ricevere la prima bolletta però ecco che potrebbe avere luogo l’antipatico contrattempo della doppia fattura in posta da dovere pagare. Questo avviene in particolar modo perché il vecchio gestore non ha chiuso tutti i servizi previsti. Magari ha si interrotto la fornitura telefonica, ma non quella per la linea internet di casa.

Oppure perché ha chiuso il wifi domestico ma non il telefono. Perciò l’utente è tenuto a precisare con dovizia di particolari qual è la situazione che si sta per prefigurare. E deve indicare quali sono i servizi dei quali non intende più avvalersi.

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Il perché delle fatture emesse dopo migrazione e disdetta

Può anche darsi che una mancata interruzione avvenga per sbaglio del vecchio operatore. In tal caso, l’utente deve sporgere reclamo e se otterrà un riscontro positivo, non dovrà pagare nulla. Un’altra situazione di origine di questo disguido potrebbe aversi da un recesso anticipato, avvenuto prima di quanto concordato.

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Oppure per la attivazione di alcuni servizi extra per i quali era previsto un pagamento proprio in una situazione di recesso dell’accordo.

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Ed in queste ultimi due casi purtroppo la vecchia bolletta va pagata tanto quanto la nuova. Nonostante sia sempre consigliato procedere con tutte le verifiche del caso. Ad ogni modo, se dopo questa bolletta da parte del vecchio gestore ne dovessero seguire delle altre, c’è qualcosa che non va.

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