Mestruazioni libere: diciamo basta a questo tabù

Le donne hanno le mestruazioni, si tratta di una condizione fisiologica che da troppo tempo viene vista nella società come un tabù, per questo è giunto il momento di dire “basta”.

mestruazioni
Donna con le mestruazioni (Pinterest – donnaclick.it)

Molte donne vivono con l’idea di dover nascondere la propria condizione di malessere mensile che insorge a seguito di un processo fisiologico e che prende il nome di “mestruazioni”.

Ma se si tratta di una condizione normale che contraddistingue le donne e il loro genere allora perché nasconderla? Perché nella nostra società vigono ancora tabù assurdi che nel 2022 non dovrebbero esistere, come appunto quello delle mestruazioni.

Per questo è giunto il momento di dire “basta” a questa condizione di fronte alla quale le donne si sentono in difetto o si vergognano per il semplice fatto di essere donne. Perché parlare liberamente delle mestruazioni non fa solo bene alle donne ma all’intera società.

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Sfatare il tabù delle mestruazioni per una società migliore: ecco perché bisogna dire “basta” a questa condizione

ciclo mestruale
Donna con in mano una rosa che simboleggia il ciclo mestruale (Pinterest – blog.cliomakeup.com)

Quante volte ci siamo sentite in dovere di giustificare la nostra condizione di malessere dovuta al ciclo mestruale? Quante volte hanno giudicato i nostri sbalzi d’umore riconducendoli immediatamente alle mestruazioni? O ancora, quante volte abbiamo sentito dire l’espressione “le tue cose” per non dire “ciclo” o “mestruazioni”? Scommetto tante. Ciò accade tutti i giorni a numerose donne perché la società in cui ci troviamo, nonostante si dica sia avanti, al passo con i tempi e progredita rispetto ad altri Paesi, in realtà è ancora molto indietro.

Lo dimostra questo tabù del tutto infondato ma con il quale purtroppo dobbiamo fare ancora i conti nel 2022. E lo dimostra un’indagine realizzata da Essity Report Italia 2019, secondo cui il 51,3% delle persone prese in esame crede che il ciclo mestruale non sia normale. Un risultato che, di riflesso, porta le donne a nascondere la loro condizione. Inoltre, il fatto di non parlare di mestruazioni ha portato di conseguenza anche a una preoccupante disinformazione rispetto a tutte le condizioni medico-scientifiche coinvolte. Come ad esempio al fatto che i dolori legati alle mestruazioni siano normali e che vadano sopportati senza fiatare.

Tutto ciò porta le persone a sottovalutare questa condizione ma anche a una carenza di indagini mediche in questo senso. Proprio per questo motivo è necessario dire “basta” a questo silenzio e portare l’informazione in un campo d’indagine da sempre evitato e celato. Magari ci ricorderemo delle nozioni studiate a scuola e del fatto che secondo diverse culture le mestruazioni rendevano la donna pericolosa e impura. Oppure che, secondo l’Antico Testamento, il sangue mestruale potesse deteriorare i cibi rendendo i campi sterili. Nelle isole Marchesi le donne venivano poi segregate per 3 giorni durante il ciclo, mentre tra i nativi americani non potevano toccare gli uomini, partecipare alle cerimonie religiose o  guardare la selvaggina uccisa. I maori neozelandesi temevano invece il sangue mestruale, tant’è che gli assorbenti dovevano essere nascosti dalle donne nella foresta.

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Tutte convinzioni assurde legate al concetto della donna come un “pericolo” da evitare, così come quel termine che facciamo tanto fatica a dire. Ma nel XXI secolo possiamo ancora tollerare questo tabù? No, per questo è giunto il momento di dire “basta” a una condizione che è durata anche troppo.

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