Fertilizzanti naturali, ce n’è uno efficace che produciamo ogni giorno

Alcuni esperti stanno cercando di realizzare dei fertilizzanti naturali partendo dalle basi più incredibili. E questo è proprio uno dei casi.

Una ragazza con un girasole in un campo
Una ragazza con un girasole in un campo (Pixabay)

Fertilizzanti naturali e che non inquinano ce ne sono? Si, e siamo noi stessi a produrli, tutti i giorni. C’è un particolare settore dell’industria che si sta concentrando proprio su questo aspetto. Un pò come se parlassimo della possibilità di utilizzare l’acqua al posto della benzina.

Una vera e propria utopia, che però in questo preciso ambito green è possibile realizzare, a quanto pare. Infatti ci sono soggetti attivi nella produzione di fertilizzanti naturali, che sono assolutamente ad impatto ambientale pari a zero e che non costano nulla.

Questi fertilizzanti naturali, come detto, siamo proprio noi stessi a produrli e questa cosa avviene in maniera naturale? Non ci siete ancora arrivati? Sappiate che il tutto è strettamente correlato alla nostra alimentazione, e riguarda la parte centrale e finale dei processi di digestione.

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Fertilizzante naturale, quali sono i problemi per questa applicazione

Del fertilizzante gettato in un campo coltivato
Del fertilizzante gettato in un campo coltivato (Pixabay)

Si, stiamo parlando dell’urina, che rappresenta l’insieme delle sostanze liquide in eccesso espulse dal nostro organismo. Ma quello che per il corpo umano è uno scarto potrebbe diventare una risorsa preziosa per le coltivazioni.

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Ovviamente la stessa va rilavorata e sottoposta a dei processi specifici in grado di fare confluire al suo interno le sostanze nutritive delle quali terreno e radici necessitano. Nell’urina sono presenti alcune di esse, in particolare potassio, azoto e fosforo. Ed uno studio apposito realizzato dalle Nazioni Unite riferisce di come, all’interno delle acque reflue di tutto il mondo, sia presente una percentuale del 13% contenente proprio tali sostanze.

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Un utilizzo in agricoltura sarebbe quindi conveniente, sfruttando questa quantità. Che su scala globale, pur essendo un 13%, sarebbe comunque una quantità non da poco. Ci sono comunque dei problemi logistici che occorre tenere in considerazione. Come ad esempio la raccolta e la lavorazione del liquido. Senza contare a come le persone potrebbero accettare di portare in tavola dei cibi fertilizzati con urina. Che sembra forse l’ostacolo più difficile da superare.

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