Empathy fatigue, cos’è? Come si manifesta? Le risposte

Empathy fatigue, cos’è? Cosa si vuole intendere con questa terminologia e soprattutto in che modo si manifesta? Le risposte.

Con il termine empatia si intende la capacità di comprendere e condividere quelli che sono i sentimenti e le emozioni non solo di persone a noi care, ma in generale di chi ci circonda. 

empatia
Empatia (Foto Canva – Inran.it)

La sensazione che si prova è proprio quella di immedesimarsi nell’altro, sviluppando una sorta di connessione con quella che è sia un’esperienza positiva che negativa. Essere epatici consente di rispondere in maniera più diretta e significativa alla difficoltà dell’altro. Si cerca di costruire un ponte di collegamento, ascoltando il prossimo ed evitando il giudizio affrettato. Si vuole offrire quanto più sostegno possibile, al fine di sollevare chi si ha di fronte da un problema. 

Empathy fatigue, la nuova frontiera dell’empatia 

È una condizione particolarmente studiata, specialmente quando si parla di empathy fatigue. Con questo termine vogliamo intendere un altro livello di empatia: non ci si riferisce soltanto a quella sensazione di tristezza davanti una scena compassionevole, ma si percepisce un dolore vero. Dolore come se quello fosse un dolore vissuto in prima persona. 

vicinanza
Vicinanza (Foto Canva – Inran.it)

Cosa si prova? Un esempio può sicuramente aiutare a comprendere meglio il concetto. Davanti ad un animale in difficoltà, davanti ad una persona che soffre si innesca automaticamente lo stesso tipo di sofferenza. Gli esperti hanno, inoltre, sottolineato che essere per molto tempo esposti ad una realtà considerata traumatica, può innescare quello che viene definito dolore da connessione. Di conseguenza, ci si domanda in che modo è possibile provare empatia verso un individuo senza necessariamente causare un dolore personale?

L’empathy fatigue, dunque, come si manifesta? In coloro i quali la provano nasce non solo un senso di frustrazione, ma anche la spiacevole sensazione del senso di colpa. Al tempo stesso, per colmare il vuoto che si viene a creare, sarà necessario fare un lavoro su se stessi, aumentando il modo in cui ci percepiamo. Chi davanti alla medesima scena reagisce sempre allo stesso modo, vede quel senso di angoscia prendere il sopravvento e difficilmente riuscire a reagire.

vicinanza
Donna in difficoltà (Foto Canva – Inran.it)

Dunque, la strada migliore potrebbe essere quella dell’indifferenza? No, in nessun caso l’indifferenza è la strategia migliore: è importante provare a capire cosa sta accadendo sia in noi stessi che nell’altro e definire la cosa. Solo dando un nome si può iniziare a circoscrivere il problema e ad affrontarlo.

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