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Se avete mai dovuto sostenere una colonscopia (sia essa finalizzata allo screening per il cancro del colon o meno), il medico potrebbe avervi detto di aver riscontrato dei polipi, piccoli gruppi di cellule che si formano sul rivestimento del colon, e che in genere sono innocui. Tuttavia, alcuni di essi potrebbero essere una “anticamera” di guai peggiori, come – appunto – il cancro del colon.
Ebbene, in tale ambito, i tipi più comuni di polipi del colon da rimuovere sono appartenenti a una classe chiamata adenoma tubulare, che può diventare cancerosa, con un pericolo che aumenta man mano che i polipi diventano più grandi.
Come si formano i polipi
A volte le cellule del proprio corpo crescono fuori controllo, con un processo chiamato “mutazione”. Alcune delle cellule anormali possono trasformarsi in polipi o in altri tipi di tumori, con velocità più o meno variabile. Gli adenomi tubulari sono spesso piccoli e, proprio come suggerisce il nome di adenoma tubulare, crescono a forma di tubo.
In altri casi i polipi sono meno comuni ma più gravi: si tratta degli adenomi villosi, la cui forma è simile a quella di un cavolfiore. Alcuni polipi combinano i due modelli di crescita, e si chiamano adenomi tubulovillosi.
Chi è a rischio polipi
Come abbiamo già rammentato, quasi tutti i tumori del colon iniziano dai polipi, che possono crescere molto lentamente, impiegando oltre un decennio, o più, o più rapidamente. Se si soffre di adenomi tubulari, la possibilità che possano diventare cancerogeni è di circa il 4-5% in più. Le probabilità che gli adenomi villosi si rivelino pericolosi sono invece molte volte superiori.
Ad ogni modo, i fattori di rischio per l’adenoma tubulare sono principalmente cinque:
- età: 50 anni o più;
- obesità;
- sesso maschile;
- ereditarietà o storia familiare di polipi del colon;
- poca attività fisica.
Sintomi degli adenomi tubulari
Spesso il paziente affetto da adenomi tubulari non lo scopre fino a quando il medico non li trova durante una colonscopia. Tuttavia, alcuni pazienti potrebbero notare:
- sanguinamento delle feci;
- muco nella feci;
- frequente diarrea o stitichezza;
- crampi alla pancia;
- anemia, determinata dalla perdita di sangue nelle feci.
Diagnosi dei polipi e dell’adenoma tubulare
Durante una colonscopia, il medico inserirà un tubo lungo e flessibile con una piccola lente nel retto, e lo farà accedere lentamente nel colon. In questo modo potrà vedere le immagini su un monitor video e verificare se siano o meno presenti degli adenomi tubulari, ovvero dei noduli sporgenti dal rivestimento del colon.
A quel punto, il medico reciderà un polipo – o avvolgerà un filo attorno ad esso – e lo brucerà con delle scariche elettriche controllate. Considerato che l’intera procedura avverrà in anestesia totale, non sentirete alcun dolore. Quindi, il medico invierà il polipo a un laboratorio: un patologo lo controllerà al microscopio per valutare la malignità o meno dello stesso.
Di norma, se si hanno avuto tubolari o altri tipi di adenomi, è opportuno eseguire una colonscopia di follow-up per assicurarsi che non tornino. Di solito, è necessario ripetere la procedura ogni 3-5 anni. Ma potreste averne bisogno prima se avete molti polipi, se erano grandi, o se il medico non è in grado di rimuoverli tutti.
Prevenzione dei polipi nel colon
Se avete una storia familiare di polipi nel colon, è più probabile che possiate andare incontro ai pregiudizi che sopra abbiamo riassunto. Lo screening è naturalmente il modo migliore per evitarlo: i medici generalmente raccomandano di effettuare una prima colonscopia superati 50 anni, ma potrebbe essere necessario iniziare a 40 anni o prima se qualcuno nella vostra famiglia ha avuto polipi o un tumore del colon.
Altri provvedimenti che possono aiutarvi ad allontanare il rischio di polipi del colon e di cancro del colon, sono:
- Mangiare meno grassi e più verdure, frutta fresca e altri cibi ricchi di fibre;
- Mantenere il peso in un intervallo “regolare”;
- Evitare di fumare e troppo alcol;
- Parlare con i propri medici dei pro e dei contro di assumere regolarmente un’aspirina o un altro farmaco antinfiammatorio non steroideo (come l’ibuprofene).
Per saperne di più, vi consigliamo di consultare il vostro medico e condividere ciò che potrebbe essere utile fare per poter prevenire o diagnosticare questa condizione.